Storia della Moneta o della numismatica

Moneta o meglio detta Numismatica. Quante volte oggi giorno maneggiamo quello che chiamiamo, solitamente, denaro?
del 04/07/14 -

Ormai il denaro ha così stante sfaccettature che è facile dimenticarsi di sarlo usando: monete, banconote, carte di credito, pagamenti online… Ormai il denaro è qualcosa di così comune che nemmeno ci rendiamo conto di averlo usato.

Ma come è nata la moneta o meglio detta numismatica? Chi per primo ha provato ad usare una carta di credito? Facciamo un tuffo nella storia e scopriamolo.

Le origini: il baratto e i suoi limiti

Fin dal tempo antico, l’uomo ha cercato di ottenere qualcosa in più. Soddisfatte le necessità primarie quali cibo e riparo, l’uomo ha iniziato a procurarsi pelli per coprirsi, poi delle scorte alimentari e, a mano a mano che la società si evolveva, utensili, ma anche armi, spezie, giochi e quant’altro.

Inizialmente, gli scambi commerciali avvenivano unicamente mediante baratto: tizio scambiava con caio tot della merce X, in cambio di un equo corrispettivo della merce Y. A lungo andare il baratto mostrò le sue lacune: non era semplice scambiare merci dai valori molto diversi tra loro: come scambiare poi, farina in cambio di oro e gioielli, o magari di una casa?

NASCONO I PRIMI PROBLEMI

Le quantità esagerate richieste rendevano impossibile l’accumulo (per non parlare del trasporto) della merce, e scambiarle con merci di sempre maggior valore richiedeva una serie eterna di scambi, moltiplicando il rischio di uno scambio svantaggioso, o di una frode, senza dimenticare che non sempre era così facile trovare qualcuno disposto allo scambio.

Altro problema era poi la conservazione di merci deperibili, come quelle alimentari: un contadino avrebbe dovuto scambiare molto in fretta il suo grano, se non voleva vederlo appassire.

Ma chi mai acquisterebbe un intero raccolto? Ecco di nuovo il problema del trovare un numero sufficiente di acquirenti, in breve tempo, e disposti a pagare in merce non deperibile. Paradossalmente, il nostro contadino avrebbe rischiato di dover spendere più tempo a contrattare scambi che a coltivare il suo campo.

Dal Baratto alla Numismatica

I primi a sopperire a questo problema con la numismatica coniata furono gli antichi Greci; anche se furono i Romani a perfezionare il conio della moneta, utilizzando metodi di coniazione sempre più complessi, in modo da rendere più difficile falsificare la moneta.

I romani utilizzavano vari metalli, a mano a mano più preziosi: la moneta più piccola e meno pregiata era di stagno prima e di rame poi; altre monete più preziose erano composte da oro o da argento.

Il sistema monetatio Romano, ovviamente, non era privo di falle: mancava infatti spesso la numismatica di valore minore; e falisificare il denaro era relativamente facile: il sistema prevedeva che le monete valessero tanto quanto metallo prezioso era all’interno della numismatica; esse avevano un valore reale, e non nominale come oggi.

Proprio grazie a questo principio era relativamente facile falsificarle: bastava “grattare” via un po’ di metallo dal bordo di molte monete, per poi fonderlo per coniarne una nuova. Tecnicamente, il valore della numismatica diminuiva, perché esse erano costituite da una quantità minore di metallo.

Proprio a causa di queste malversazioni, molti commercianti conservavano monete “fior di conio”, con cui confrontare il peso di quelle usate dagli acquirenti: se il peso era inferiore a quello di base, il denaro era di valore inferiore.

Sebbene questo metodo monetario fosse pieno di difetti, esso era pur sempre un ottimo inizio: tale sistema si perderà e frammenterà poi con le invasioni barbariche ed il crollo dell’Impero, ma sarà su queste basi che si riprenderà un sistema monetario più avanti, nel Medioevo.



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